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La poesia " i dolori dei bambini "  credo possa riassumere quello  che  è per me

fare psicoterapia con pazienti in età evolutiva.
Spesso incontro bambini con “pesi troppo grandi da portare” che esprimono la loro sofferenza tramite il corpo;

è il caso di Francesco, il mio primo paziente.
Ma leggendo la poesia, il mio pensiero va anche ad Alessandro che “tace e sta a guardare”

mentre i suoi genitori decidono improvvisamente di separarsi.
Camilla, apparentemente una “nave senza naviganti”, ma che ha saputo,

anche grazie al mio aiuto, raddrizzare la rotta.
Infine Claudio, il mio primo paziente adolescente,

che non sapeva a chi esprimere“quanto è amara la sua pena” in quella scuola di periferia.

Ecco, per ciascuno di loro, io sono stata quel “grande” a cui hanno potuto raccontare la loro pena,

la loro sofferenza anche se non “sapevano le parole con cui parlare”.

 

Se un bambino sapesse le parole 

con cui parlare ai grandi per spiegare

direbbe che cos'è che copre il sole

vorrebbe che lo stiano ad ascoltare

direbbe che gli pesa sulla schiena

un peso troppo grande da portare

direbbe quanto è amara la sua pena

invece tace e sta a guardare.

 

 

I dolori dei bambini non son piccoli così

ombre scure da giganti navi

senza naviganti
I dolori dei bambini non lo sanno dire a chi, son macigni son spini

non son piccoli così.

 

 

Se un bambino sapesse le parole

con cui parlare a un grande

per spiegare

direbbe una cosa e una sola

mi devi più di un uomo rispettare."

 

di Mela Cecchi

 

 

 

Per me è un privilegio e un dono starli ad ascoltare

e aver cura di quel sorriso che

è “l'anima del mondo ”.

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